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Mostra di acquerelli di Bepi Campana: respirare i colori

Respirare i colori: mostra di acquerelli

21 Maggio - 17.30

21/05/2022 - ore 10.00 -12.30 e 17.00 - 19.30, 22/05/2022 - ore 10.00 -12.30 e 17.00 - 19.30, 27/05/2022 - ore 17.00 - 19.30 , 28/05/2022 - ore 10.00 -12.30 e 17.00 - 19.30, 29/05/2022 - ore 10.00 -12.30 e 17.00 - 19.30, 01/06/2022 - ore 17.00 - 19.30, 02/06/2022 - ore 10.00 -12.30 e 17.00 - 19.30

Bottega del Consorzio Creativo, Via dello Zono 5 (angolo Piazza XX Settembre) - Modena

ingresso libero

È possibile accordarsi con l’autore per visite in altri giorni e orari della settimana. Contatti: 349 0610367 - 059343234 - bepicampana@libero.it

Mostra di acquerelli di Bepi Campana dal 21 maggio al 5 giugno 2022.

Respirare, innanzitutto, allentare la morsa, o il morso, della mascherina, permettere agli occhi snebbiati di riscoprire l’eleganza delle strade fuori mura, come dire tra il Parco delle Rimembranze (ormai dimenticate?) e viale Amendola. Riprendersi la campagna, l’Appennino, lontane scogliere. Pandemia o no, è sempre liberatorio respirare colori a pieni polmoni, anche se questa è soltanto una bizzarra sinestesìa inventata da un maturo artigiano dell’acquerello

Nella dozzina di mostre che ho messo in piedi da quando nel 1989, caduto il muro psicologico che mi teneva lontano dal colore, ho deciso di cimentarmi con l’acquerello, nelle mie presentazioni ho usato la terza persona, come Giulio Cesare: lui per passare alla storia, io per passare inosservato. O meglio: per nascondermi fingendo di prendere le distanze da me stesso. Una volta ho anche inventato un critico; Joe Bell, cioè la versione inglese di Bepi Campana, che naturalmente mi aveva riempito di elogi (qualcuno c’era cascato…). Adesso, tra pandemia e guerra, e oltretutto “ingravescente aetate”, ho un po’ meno voglia di nascondermi e di scherzare, e passo alla prima persona. Sono nato al disegno sui quattro anni, prendendolo molto sul serio e dedicandomi a paesaggi campagnoli e montani pieni di vacche, pecore, contadini, pastori. A sei anni ho vinto un concorso scolastico provinciale di pittura per un disegno raffigurante un treno in partenza dalla stazione, prefigurando così una certa vocazione al nomadismo, se non altro intellettuale, e ricevendo in tale occasione una premonitrice, ma prematura scatola di acquerelli. Poi nella vita (curiosa e superflua espressione, non si saprebbe dove altro stare…) mi sono occupato di tutt’altro: filosofia, politica, religione, musica, divulgazione culturale, facendo il vignettista a tempo perso. Al momento giusto (proprio il “chairòs” provvidenziale di cui parla la Bibbia) l’andare in bicicletta per campagne e colline, il passeggiare spensierato o pensieroso per le strade di Modena e lungo spiagge prossime o remote, mi ha molto aiutato ad accettare la sfida del colore e dell’acquerello: come dire, fissare sulla fragilità della carta l’imprevedibilità del colore ad acqua e dare alla volatilità delle emozioni visive quel po’ di eternità che è concessa all’arte, se e quando la pittura riesce ad esserlo. Dipingere è diventato così per me un modo per conoscere meglio me stesso, socraticamente, per migliorare significativamente la mia capacità di percezione della realtà, per accrescere la mia sintonia con la natura, selvaggia o civilizzata che sia, e la mia empatia con la capacità degli uomini di abitarla con gentilezza, anche quando l’hanno ormai trasformata in città.

Bepi Campana

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